Spesso i gatti sono considerati degli animali un po’ “strani” a causa di alcuni loro comportamenti non sempre giustificati dalla logica umana. Tuttavia devo dire che siamo noi umani che fatichiamo a comprendere del tutto alcuni loro comportamenti, e ciò si deve ad alcuni fattori.
I gatti sono stati addomesticati dall’uomo in un periodo relativamente recente rispetto a quello del cane, un animale sociale con comportamenti precisi, che riconosce un “capo branco” in un suo simile o in un umano.
Il gatto invece, come la quasi totalità dei felini, è un animale solitario, le sole relazioni di gruppo che riconosce sono quelle tra femmine e cuccioli.
Inoltre, e questo aspetto è di estrema importanza, è sia un predatore che una preda. Questo lo rende altalenante in alcuni suoi comportamenti: può essere aggressivo e spavaldo se intento alla caccia vera o presunta ma può spaventarsi facilmente se si sente minacciato da un “pericolo”, anche solo presunto.
Quello che ai nostri occhi può apparire come un oggetto innocuo, per il nostro bel micione di casa potrebbe trasformarsi in una gravissima minaccia dalla quale allontanarsi velocemente.
La “velocità” della fuga è regolata da un delicato e sofisticatissimo meccanismo ormonale che si attiva ogni volta che si avverte un pericolo. Le pupille si dilatano, il cuore accelera i battiti, la pressione sanguigna aumenta portando un maggior apporto di sangue ai muscoli che saranno pronti a scattare.
Tutto questo può avvenire anche quando un gatto si trova inaspettatamente davanti ad un cetriolo o qualunque oggetto similare. Nella testa del nostro micio quell’oggetto lungo e fusiforme potrebbe essere facilmente scambiato per un serpente, anche se non lo hai mai visto prima.
Ecco dunque perché alcuni scappano impauriti e si danno letteralmente alla fuga!
Non consiglio di fare questo scherzo; potrebbe provocare, per lo spavento e per la reazione esagerata, contusioni, traumi, fratture e in casi eccezionali la morte, dovute a cadute accidentali da finestre o balconi nella folle corsa di salvarsi da un predatore apparso all’improvviso.
Ecco spiegato il dilemma di un comportamento ai nostri occhi così bizzarro.